Tematica Pesci

Colossoma macropomum Cuvier, 1816

Colossoma macropomum Cuvier, 1816

foto 1604
Foto: Rufus46
(Da: en.wikipedia.org)

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Subphylum: Vertebrata Lamarck J-B., 1801

Classe: Actinopterygii Klein, 1885

Ordine: Characiformes Regan, 1911

Famiglia: Serrasalmidae Bleeker, 1859

Genere: Colossoma C. H. Eigenmann & C. H. Kennedy, 1903


itItaliano: Tambaqui, Pacu nero, Pacu dalle pinne nere, Pacu gigante

enEnglish: Tambaqui, Black pacu, Black-finned pacu

frFrançais: Cachama, Pacu

deDeutsch: Schwarzer Pacu, Mühlsteinsalmler, Pacu

Descrizione

Il tambaqui è l'unico membro del genere Colossoma, sebbene in passato questo genere includesse anche le specie del genere Piaractus. È il characiforme più pesante delle Americhe (sebbene il Salminus possa raggiungere una lunghezza superiore), oltre a essere il secondo pesce d'acqua dolce più pesante del Sud America (dopo l'arapaima). Può raggiungere fino a 1,1 m di lunghezza totale, per un peso di 44 kg, sebbene le dimensioni medie siano intorno ai 70 cm. Il più grande esemplare pescato, e riconosciuto dall'IGFA, pesava ben 32,4 kg. Dopo la stagione delle inondazioni, circa il 10% del peso del tambaqui sono riserve di grasso viscerale, e almeno un altro 5% è grasso presente nella testa e nei muscoli. I tambaqui hanno una forma del corpo simile a quella di un piranha, per questo talvolta i giovani vengono confusi per quest'ultimi; il corpo è robusto, alto e compresso lateralmente, dalla forma romboidale allungata, con grandi occhi, e il dorso è leggermente arcuato. Le pinne, carnose, sono ampie e trapezoidali, mentre la pinna caudale è bilobata. A differenza delle specie più predatrici, i denti del tambaqui hanno una forma simile a quella dei molari, un adattamento per frantumare semi di piante e noci. La metà inferiore del suo corpo è prevalentemente nerastra. Il resto del corpo è principalmente grigio, giallastro o oliva, ma le tonalità esatte variano considerevolmente e dipende in parte dall'habitat in cui si trovano, con gli individui che vivono in acque nere che sono molto più scuri degli individui che vivono in acque più limpide. Le pinne pelviche, anali e pettorali sono nere. Il tambaqui assomiglia morfologicamente al pirapitinga il Piaractus brachypomus, sebbene quest'ultima specie abbia il profilo della testa più arrotondato (meno allungata e appuntita) e una pinna adiposa più piccola e priva di raggi, oltre ad altre differenze presenti nei denti e nell'opercolo. Alcuni esemplari allevati in acquacoltura sono stati ibridati con i Piaractus (entrambe le specie), i cui ibridi sono stati avvistati anche in natura. La prole ibrida che ne scaturisce è difficilmente identificabile solo in base all'apparenza. Questa specie è per lo più solitaria, ma migra annualmente in grandi banchi per riprodursi. Durante la stagione che precede la stagione riproduttiva, gli adulti rimangono nelle foreste allagate dei fiumi bianchi (várzea), limpidi e neri (igapó). Rimangono lì da quattro a sette mesi durante la stagione delle inondazioni, ma quando il livello dell'acqua scende si spostano nei principali canali fluviali o, in misura minore, nei laghi delle pianure alluvionali. All'inizio della successiva stagione delle inondazioni, i grandi banchi si spostano nei fiumi dalle acque limpide dove depongono le uova tra novembre e febbraio. L'esatta posizione di deposizione delle uova nei fiumi dalle acque limpide non è del tutto certa, ma a quanto pare avviene lungo le rive boscose o negli argini erbosi. Qui le femmine depongono migliaia di uova sferiche (da 7.000 a 3.000.000 secondo la grandezza della femmina) nel fondo melmoso, che vengono subito fecondate dal maschio. Successivamente i banchi si sciolgono, e gli adulti tornano nelle foreste allagate, e lo schema si ripete annualmente. Gli avannotti possono essere trovati nei fiumi dalle acque bianche, compreso lo stesso Rio delle Amazzoni. I giovani rimangono vicino alle macrofite nelle pianure alluvionali e nelle foreste allagate tutto l'anno, passando al modello di migrazione degli adulti solo quando raggiungono la maturità sessuale. La maturità sessuale viene raggiunta quando i giovani raggiungono una lunghezza di circa 60 cm. La specie, generalmente, può vive fino 40 anni, sebbene ci siano stati individui che sono arrivati anche a 65. Quando non c'è abbastanza ossigeno nei fiume o nei laghi, il tambaqui ottiene l'ossigeno dall'aria. Questi pesci sono in grado di ottenere ossigeno dall'aria grazie alle loro parti fisiche e interne del corpo, come le branchie e la vascolarizzazione della vescica natatoria. Il tambaqui è un pesce che vive in acqua dolce. I giovani possono sopravvivere in acque salmastre quando la salinità aumenta gradualmente. Tuttavia, livelli di salinità superiori a 20 g/L ne provocano la morte. Quando i giovani sono allevati con una salinità superiore ai 10 g/L, si verifica un significativo effetto dannoso sulla crescita, sui parametri ematologici e sull'osmoregolazione. Durante un esperimento, i tambaqui sono riusciti ad adattarsi al cambiamento del pH dell'acqua. Se il pH non scende sotto il 3,0, questo non ha effetti mortali sull'animale. L'unica differenza interna che è stata notata nei tambaqui quando il pH veniva alterato era un cambiamento nell'acido-base del plasma e dei globuli rossi. In un altro esperimento, i tambaqui sono stati esposti a cadute di pH da 6,0 a 4,0, simili a quelle che avrebbero incontrato nel loro habitat naturale. I ricercatori hanno scoperto che le comunità microbiche dell'intestino dei pesci erano molto resistenti alle cadute di pH, il che potrebbe spiegare parte della capacità di questi pesci di migrare tra i corsi d'acqua nera e bianca in Amazzonia. I tambaqui si nutrono di frutti e semi, soprattutto quelli di angiosperme legnose e specie erbacee. A seconda della quantità e della qualità di questi alimenti, i pesci decidono la loro posizione nel loro habitat. In uno studio condotto durante la stagione delle inondazioni, il 78-98% della dieta consisteva in frutta. Un altro studio, che prendeva in esame il contenuto dello stomaco di 138 esemplari durante la stagione delle inondazioni ha rivelato che il 44% del peso era costituito da frutta e semi, il 30% da zooplancton e il 22% da riso selvatico. Lo stesso studio, condotto durante la stagione secca, su 125 esemplari ha trovato una percentuale più alta di pesci con lo stomaco vuoto (14%, circa dieci volte di più rispetto alla stagione delle inondazioni) e circa il 70% del peso totale del contenuto dello stomaco era zooplakton. Oltre a semi, frutti, riso selvatico e zooplakton, fanno parte della loro dieta, anche se in misura minore, insetti, lumache, gamberetti, piccoli pesci, alghe filamentose e piante in decomposizione. I tambaqui svolgono un ruolo importante nella dispersione dei semi delle piante. I semi dei frutti che cadono nell'acqua vengono ingoiati dai tambaqui, venendo poi espulsi altrove; questo metodo di dispersione dei semi è simile a quello degli uccelli. I tambaqui in questo modo disperdono i semi di circa il 35% degli alberi e delle liane durante la stagione delle inondazioni, in modo che i semi possano germogliare durante la stagione secca, quando l'acqua è più bassa. Rispetto agli esemplari più giovani, i tambaqui più grandi e più vecchi sono in grado di disperdere i semi a un ritmo più veloce. L'intestino di un tambaqui da 10 kg ben nutrito può contenere più di 1 kg di semi. In generale, più semi sono in grado di passare indenni attraverso la pirapitinga (Piaractus brachypomus) rispetto al tambaqui, il che significa che il primo è un dispersore di semi più efficiente. È preda abituale di pesci del genere Serrasalmus, Arapaima, Hoplias ed Electrophorus.

Diffusione

È originario degli habitat d'acqua dolce nei bacini dell'Amazzonia e dell'Orinoco, del Sud America tropicale. Nei fiumi d'acqua limpida ricchi di sostanze nutritive come Madeira, Juruá, Putumayo (Içá) e Purus sono presenti in tutta la loro lunghezza, fino alle loro sorgenti. Nei fiumi dalle acque più scure povere di nutrienti come il Rio Negro e nei fiumi d'acqua limpida come diversi affluenti della riva destra del Madeira, generalmente si trovano solo nel basso c. 300 km ed è raro oltre il più basso c. 150 km. È ampiamente allevato in acquacoltura al di fuori del suo areale nativo in Sud America. Fossili di questi pesci, risalenti al Miocene, sono stati ritrovati lungo il fiume Magdalena, ma la loro presenza moderna in quest'area è dovuta all'introduzione dell'uomo.

Sinonimi

= Myletes macropomus Cuvier, 1816. = Myletes oculus Cope, 1872 = Myletes nigripinnis Cope, 1878 = Melloina tambaqui Amaral Campos, 1946.

Bibliografia

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00904 Data: 10/01/2005
Emissione: Ittiofauna d'acqua dolce
del Sud America
Stato: Guyana
05089 Data: 21/10/2011
Emissione: Ittiofauna
Stato: Bolivia

05727 Data: 18/12/2018
Emissione: Pesci mostro
Stato: Guyana